Questo articolo – a cura di Ph.D. Simonetta Milani – è l’estratto della serata di Tao e Dintorni tenuta dal
Dr. Massimo Muccioli in data 21 giugno 2023.
I concetti di Cielo anteriore e Cielo posteriore sono parte naturale del pensiero cinese e aiutano a comprendere la visione taoista del cosmo e dell’essere umano, poiché tutto ciò che esiste nel macrocosmo si riflette nel microcosmo umano.
DALLA NON-FORMA ALLA FORMA: L’ESSENZA DEL CIELO ANTERIORE E POSTERIORE
Nel pensiero taoista, il Cielo anteriore si riferisce a ciò che esisteva prima della manifestazione del mondo fisico. Prima che il mondo assumesse la forma che conosciamo, esisteva un mondo di energie pure e in continuo movimento, un mondo invisibile e non manifesto.
Il Cielo anteriore è uno stato di esistenza che precede la materia costituito da energie in equilibrio.
Al contrario, il Cielo posteriore rappresenta il mondo materiale, la realtà fisica che possiamo vedere, toccare, sentire e percepire attraverso i sensi.
È la manifestazione concreta di quelle energie anteriori che si sono trasformate in materia.
Il pensiero cinese non separa l’essere umano dal cosmo. L’uomo è visto come parte integrante della natura e segue gli stessi ritmi e cicli dell’universo. Come il mondo ha avuto il suo Cielo anteriore, ossia una fase energetica prima di manifestarsi, anche l’uomo ha un suo Cielo anteriore, che corrisponde al periodo precedente la nascita fisica.
Questo riguarda il processo di formazione del feto nel ventre materno, durante il quale le energie della madre e del padre si combinano per creare una nuova vita. In questa fase, che appartiene al Cielo anteriore, la vita è ancora nascosta e invisibile agli occhi esterni.
IL PRIMO RESPIRO: DALL’INVISIBILE AL MANIFESTO NEL CIELO POSTERIORE
Quando il bambino nasce, entra nel Cielo posteriore, cioè nella vita fisica e manifesta. Il passaggio dal Cielo anteriore al Cielo posteriore avviene con il primo respiro, che rappresenta l’ingresso nel mondo materiale.
Nel momento in cui il neonato prende il suo primo respiro, il Cielo anteriore, che fino a quel momento aveva sostenuto la sua crescita e sviluppo in modo invisibile, lascia spazio al Cielo posteriore, ossia alla realtà fisica e percepibile.
Nel pensiero cinese, questo passaggio non è solo un cambiamento fisico, ma ha anche profonde implicazioni energetiche e spirituali.
Le energie che prima erano nascoste e silenziose, all’interno del ventre materno, ora si manifestano apertamente.
Il neonato inizia a interagire con il mondo attraverso i sette orifizi: due occhi, due orecchie, due narici e una bocca.
È attraverso questi orifizi che il mondo entra in noi, utilizzando la percezione sensoriale.
Questo processo di interazione con il mondo materiale introduce anche una serie di desideri e bisogni che, nel Cielo anteriore, non esistevano. Nel ventre materno, l’essere umano non conosce il bisogno, la fame o la frustrazione.
Nel Cielo posteriore, invece, l’individuo è costretto a confrontarsi con nuove realtà: la fame, il freddo, il dolore e altre esperienze psico-fisiche che creano disagi a diversi livelli.
Tutto questo non era presente nel Cielo anteriore.
RITORNARE AL MANDATO CELESTE: COLTIVARE L’ESSENZA AUTENTICA NEL SILENZIO INTERIORE
Queste esperienze ci trascinano lontano dall’equilibrio e dalla serenità esperiti nel Cielo anteriore, e la vita, diventa spesso una continua ricerca di soddisfazione dei bisogni materiali. In questa ricerca, accade di perdere il contatto con la nostra vera essenza, la nostra natura interiore (性xing), ciò che realmente, autenticamente siamo.
Nel momento in cui entriamo nel Cielo posteriore, non abitiamo solo un corpo fisico, ma possediamo anche una dotazione di talenti – virtù che ci vengono conferiti dal Cielo. È questa la dotazione di xing, la vera natura che rappresenta il nostro vero sé, il nostro potenziale, ciò che siamo destinati a realizzare nella vita.
Questi talenti – virtù non provengono dai nostri genitori, che ci hanno dato il corpo fisico, ma dal Cielo stesso.
È il dono che il Cielo fa all’essere umano al momento della nascita, e il nostro compito nella vita è di svilupparli e realizzarli.
Il Cielo ci assegna un compito, un mandato (天命tianming), che consiste nel mettere a frutto questi talenti – virtù e vivere in accordo con la nostra vera natura.
Tuttavia, nel Cielo posteriore, siamo spesso distratti dai desideri materiali e dai bisogni che nascono dall’interazione con il mondo fisico. Desideri e bisogni ci “invadono”, facendoci dimenticare lo scopo per cui siamo nati e di conseguenza dimenticare chi siamo veramente.
Il disequilibrio interiore, i bisogni materiali lasciano poco spazio alla consapevolezza della nostra vera natura.
Per ritrovare xing – uscire dal condizionamento delle influenze del mondo esterno – e vivere secondo il mandato del Cielo, occorre un “lavoro interiore” (內業
neiye). Questo richiede un percorso di introspezione, di ascolto profondo del nostro cuore, e di silenzio. Il silenzio è fondamentale per ritrovare la nostra autenticità, perché il rumore e le distrazioni del mondo ci allontanano dal nostro vero sé.
LA MEDITAZIONE TAOISTA È LA PRATICA PRINCIPALE CHE CI AIUTA IN QUESTO PROCESSO DI RISCOPERTA
Attraverso la meditazione, possiamo ritrovare la quiete della nostra vera natura, rimanifestare la nostra autenticità, mettere in azione i nostri talenti – virtù.
Nella pratica costante della meditazione possiamo ritrovare quel vuoto interiore, che è la nostra essenza più profonda.
Questo vuoto non è un’assenza, ma è ciò che ci permette di entrare in comunicazione armoniosa con l’universo e con gli altri esseri viventi. Alla meditazione si aggiungono le altre arti taoiste, affinché il viaggio di riscoperta sia completo.
È quindi essenziale dedicare tempo alla meditazione, alla riflessione, al silenzio per riscoprire chi siamo e quale sia il nostro vero scopo nella vita.
Il destino (命ming) nel taoismo, non è qualcosa di fisso o predeterminato. Nasciamo con un ming, un mandato, che rappresenta ciò che siamo destinati a diventare, ma abbiamo anche la libertà di cambiare e trasformare il nostro destino attraverso le scelte che facciamo. Il ming è la nostra potenzialità, ma il nostro destino dipende da come utilizziamo i talenti – virtù che ci sono stati dati.
Sebbene il nostro compito è di realizzare pienamente ciò che siamo, al contempo siamo liberi di far crescere questi talenti o di ignorarli.
Il Cielo posteriore rappresenta dunque l’avventura della vita, in cui siamo chiamati a mettere a frutto i nostri talenti – virtù per vivere una vita piena e soddisfacente.
Al contempo, la realizzazione del nostro destino non riguarda solo noi stessi, ma anche il mondo intorno a noi, perché noi siamo parte di una rete più grande e ciò che facciamo influisce sugli altri.
Una vita vissuta autenticamente crea armonia e contribuisce all’equilibrio dell’universo.